Che la tappa della proposta economica al termine di una selezione di personale sia una fase molto delicata lo si sa.. e lo è sia per il candidato che la deve valutare ed eventualmente negoziare/accettare, lo è anche per la società la propone.
Durante il periodo di selezione, il candidato è valutato dall’azienda sotto vari aspetti, ed in contemporanea anche l’azienda è valutata da parte del candidato. Il periodo di selezione puo essere più o meno lungo, in funzione dell’importanza del ruolo da selezionare, dell’urgenza della necessità e da vari altri criteri. Solo dopo vari incontri, analisi e valutazioni, può nascere o meno la fatidica attrazione professionale tra candidato e Azienda, e solo in una fase successiva verrà redatta la cosi “tanto attesa proposta economica”.
Questa è una fase estremamente delicata, in quanto la proposta non deve essere troppo elevata, per salvaguardare gli equilibri interni all’azienda ed eventualmente prevedere un margine di crescita del ruolo che il candidato assumerà. Non deve essere neanche troppo bassa rispetto alla professionalità del candidato. Un errore da parte dell’azienda in questa fase, rischia di mandare in fumo tutto il lavoro di “corteggiamento” fatto durante il processo di selezione.
Ho seguito da vicino parecchie selezioni, ne ricordo una in particolarmodo, si trattava di un candidato per un ruolo strategico all’interno di un’Azienda. Il candidato ideale era stato individuato dopo otto mesi di selezione, si trattava di un professionista che abitava in una città lontana rispetto alla sede di lavoro, con un’esperienza molto utile per l’azienda. Il candidato, dopo mesi di incontri, fu valutato idoneo e, dopo varie riflessioni, decise di mettere in discussione gli equilibri della propria vita personale, valutando il trasferimento nella città dove era presente l’azienda, parecchio distante anche in termini di costo della vita (si trattava di un aumento del costo di vita del 20% circa). La proposta economica che l’azienda fece era stata presentata al candidato come eccezionalmente valida, creando alte aspettative; in realtà consisteva in un aumento della retribuzione complessiva (tra fisso e benefit) di circa il 10% rispetto alla sua posizione dell’epoca, senza ulteriori certezze di carriera future. A quelle condizioni, qualora il candidato avesse accettato, avrebbe perso in ricchezza personale. Ricordo quella proposta come uno degli errori madornali che un’azienda possa fare in fase di proposta, con quella proposta errata l’azienda si era persa la credibilità maturata in 8 mesi di selezione ed aveva chiuso ogni eventuale spazio di negoziazione col candidato.
La proposta deve essere adeguata e rispettosa in base alla professionalità del candidato. Un errore di proposta rischia di far perdere credibilità e attrattibilità da parte del candidato stesso, che è un professionista, ed in base all’esperienza e capacità, deve ricevere da parte dell’azienda che lo valuta, una proposta idonea. Soprattutto in questo periodo post pandemia.. non è una cosa così scontata!