Che ci piaccia o meno, la nostra vita è in costante cambiamento. Questo periodo ce lo ricorda in particolar modo: con la quarantena che viviamo, il mondo intorno a noi sta cambiando.
Cambiano le dinamiche, il nostro modo di rapportarci con le persone, tutto intorno a noi è in continua evoluzione (..e anche noi stessi). Il cambiamento avviene, senza che lo decidiamo. Come in ogni situazione che si trasforma, il più grave errore da parte nostra sarebbe quello di far finta di nulla, e pretendere di continuare a vivere come facevamo pochi mesi fa.
Quindi, che lo vogliamo o meno, il cambiamento c’è. Quello che dipende da noi invece è come decidiamo di affrontarlo. La stragrande maggioranza delle persone aspetta che, quasi per magia, compaia la soluzione alle difficoltà che ne derivano. Ma la realtà è decisamente diversa. Solo nel momento in cui ci assumiamo la piena responsabilità del cambiamento, la nostra vita inizia davvero a cambiare.
E decidere di farlo è solo il primo passo, dopodiché è necessario affrontare tutte le fasi emotive che saremo obbligati a vivere.
Credo che la maggiorparte di noi si trovi oggi in quella che viene definita la seconda delle cinque fasi del ciclo del cambiamento. Dopo un primo periodo di quasi “entusiasmo” e di un certo “ottimismo”, ci incamminiamo giorno dopo giorno verso quel cambiamento, con azioni vere (e non più solo immaginate). La nuova vita arriva e fa emergere i diversi ostacoli. Entriamo in quella che viene definita “La Valle della Disperazione”, fase molto delicata che, se mal gestita, potrebbe portarci ad annullare definitivamente la nostra propensione al cambiamento stesso.
Trasformarci rappresenta una delle cose che ci riesce più difficili, in quanto ci allontana da una condizione che conosciamo, ci obbliga ad uscire dalla cosiddetta “zona di comfort”. Inoltre, spesso, il cambiamento viene percepito come una sorta di “annullamento”, un “ripartire da zero”. Niente di più sbagliato. Una riflessione che ho apprezzato durante una conferenza, e che ho fatto mia, è la seguente: “Cambiare abitudini, punti di vista e quant’altro faccia parte di noi è un’occasione eccezionale di evoluzione, di crescita e di miglioramento di quello che siamo oggi. Se guidiamo consapevolmente il cambiamento, non facciamo altro che partire dalla nostra condizione attuale per arrivare ad una condizione più evoluta.”
In quest’ottica gestire al meglio le fasi del cambiamento è una delle cose più importanti, e la propensione ad affrontare questa trasformazione è una competenza che deve essere costantemente allenata.
Voglio terminare condividendo una significativa frase di Leopoldo Fregoli, attore-trasformista degli inizi del ‘900, che racchiude probabilmente la giusta consapevolezza di fronte alla realtà: “Non si può vivere senza trasformarsi”.
maggio 2020
Daniele RIJLLO